Arrivati alla fine della stagione agonistica 2019 è giunto il momento di trarre un bilancio finale per quanto riguarda il trial dedicato alle moto d’epoca. Sempre belle ed interessanti le gare del campionato iniziato ad Aprile con la nostra classica a Caglio (una volta denominata Trofeo dei monti di sera dall’antico nome dei borghi che raggruppavano i comuni di Caglio Sormano e Rezzago) che si è rivelata come sempre molto bella, varia ed impegnati con la domenica fredda piovosa e molto “english”, ma non per questo meno affascinante, anzi.. A proposito per il 2020, 25° anniversario della manifestazione concepita allora da fervide menti (mia di Gatti Eugenio, Gianni Marchi e Pino Corti) conosciute come la famigerata “cricca”, pare vi siano delle belle iniziative, prima fra tutte il cambio di percorso con nuove zone e nuovo trasferimento, più manifestazioni di contorno con scuola trial tenuta da nomi altisonanti del trial d’epoca, cena con premiazioni, filmati e chi più ne ha più ne metta. Poi vi è stata la lunga ma proficua escursione in provincia di Rieti, anche qui bella gara anche se la domenica causa pioggia torrenziale durante la notte vi sono state zone impossibili da affrontare anche cercando un disperato tre. però gli organizzatori riuscirono a metterci una o più pezze cosicchè anche in condizioni semi proibitive alla fine risultò bella lo stesso. Quindi, dopo la pausa estiva, il campionato si è spostato a Folgaria per la sempre bella competizione che qui da anni si svolge, ma anche in Trentino Giove Pluvio ci ha messo del suo con una domenica caratterizzata da pioggia torrenziale, freddo e talora con fiocchi di neve ed allora i piloti anche se non più giovanissimi hanno tirato fuori gli attributi e, duri e puri come ragazzini, hanno portato a termine una bellissima gara dove si è riscoperto il vero significato del termine “trial”, cioè prova del pilota e del mezzo meccanico contro le avversità di prercorsi naturali immersi in uno splendido habitat. Poi è seguita la bella prova di Garessio con belle zone tecniche immerse in un bel trasferimento. Il giorno successivo si è provveduto ad indurire un poco le zone rendendole ancora più belle. Infine il campionato è giunto in Valsassina per le ultime due giornate di gara e qui si è subito notata la mano abile di esperti trialisti che hanno tracciato un vero “old style trial” con zone che variavano dal torrente alla pietraia al fango, zone che hanno messo in difficoltà anche piloti con moto moderne. Quindi anche quest’anno è stato molto bello il nostro campionato che meriterebbe più partecipazione anche da parte di concorrenti con moto moderne in quanto sia come luoghi che come tracciatura nulla hanno da invidiare ad altri. Vi sono infatti in giro per l’Europa belle manifestazioni di Trial d’epoca sempre molto frequentate con non meno di 200/300 piloti (!!!) a gara, segno che altrove le gare con zone fattibili non pericolose e divertenti ove i piloti non sono più di primo pelo ma anche giovani amanti della bella guida con zone da pennellare e prive di quegli eccessi che spesso mettono a disagio i meno “sgamati”, raccolgono tanti consensi. Può darsi che anche da noi possa esser questo un modo per invogliare qualcuno a provare la nostra splendida specialità motociclistica. Quest’anno ho partecipato a tre di queste manifestazioni all’estero, la prima a metà febbraio, il Las Tours Trial che si svolge ai confini tra Francia e Spagna su collinette prospicienti il mare (anche l’occhio vuole la sua parte). Qui la gara è ospitata in una struttura dove in passato si svolgeva il prologo della Parigi-Dakar. Bellissimo giro con zone tracciate con tre differenziazioni, io scelgo sempre il percorso più facile, come del resto faccio anche in Italia, qui però è forse troppo facile tanto che ho girato a sei su quaranta zone, secondo dietro al noto Mario Candellone che ha girato a zero! Il bello di questa gara è anche il fatto che si parte da casa con pochi gradi sopra lo zero ed invece sul posto si trovano 15/16 gradi, e si è a metà Febbraio, praticamente come in Primavera da noi. Poi a metà Ottobre, superate le pastoie burocratiche che esigono i Francesi ho entusiasticamente partecipato in squadra con gli amici Porro e Pasquali alla gara a squadre con il nome “Le Faboulous 55” in quanto tutti e tre coscritti del 1955. Questa gara giunta alla ventesima edizione si svolge appunto a squadre di tre concorrenti con una formula ormai collaudata, ogni squadra sceglie il percorso da effettuare, quest’anno con quattro differenziazioni e con il punteggio assegnato in base all’epoca della moto: 0,5 punti a piede per le pre65 un punto per le pre75 e 1,5 piedi per le post75. Noi abbiamo scelto il percorso più semplice ma in Francia come al solito è fin troppo facile infatti il primo giorno un appoggio del manubrio a terra mi è costato 7,5 punti, mentre il secondo giorno ho girato a zero. Penso che l’anno prossimo sceglieremo il percorso un pò più complicato ma che concede qualche errore che si può recuperare, cosa difficilmente ottenibile con zone troppo facili. Comunque ci siamo piazzati undicesimi su trentacinque squadre. Il bello di questa gara è che pur essendo in più di trecento partecipanti non si fanno mai code, poichè si parte a gruppi per colore di pettorale, un gruppo procede dalla zona uno alla sette un’altro dalla otto alla quattordici e l’ultimo dalla quindici alla ventuno, dopo avere fatto il primo giro si cambia gruppo di zone indicato da solerti “marshall”. Grande divertimento, grande impegno, stress diviso in tre e poi ristoro con birra ed hamburger commentando la propria prestazione o quella di altre squadre, è possibile anche ammirare sulle zone più impegnative i gradi del passato, da Charles Coutard a Fred Michaud e tanti altri. Quindi non ancora stanchi di moto, cartellini, salite, discese, curve e contro curve, gran finale di stagione al mitico Costa Brava Trial di metà Novembre! Questa manifestazione ha raggiunto ormai una fama mondiale essendoci alla partenza anche piloti Giapponesi, e non solo il “solito” Fujinami che però quest’anno non ha corso ma ci ha delizianti con numeri funambolici a bordo della sua Montesa ufficiale. Numero chiuso a quattrocento partenti anche se poi al via erano circa quattrocentocinquanta, con le iscrizioni aperte il primo di Settembre alle ore 19.00 in punto! io impegnato al lavoro mi sono collegato alle 19,30 ma i posti erano già esauriti!! Non si è potuto fare altro che mettersi in lista di attesa e per fortuna sia io che Luciano Lentini siamo stati ripescati.. Mi domando ancora come sia possibile una tale partecipazione sopratutto con moto a due ammortizzatori e raffreddamento ad aria. Ottima organizzazione, ristoro durante la gara con rifornimento di carburante annesso, pranzo alla fine del primo giorno di gara e cena di gala la sera con quasi tutti i partecipanti presenti, buffet alla fine della manifestazione nell’attesa della rapida esposizione delle classifiche e premiazione finale. A proposito, quest’anno come novità non c’era più il classico cartellino segnapunti ma i giudici avevano un cellulare su cui scrivere il punteggio che veniva mostrato per correttezza anche al pilota prima di essere inviato alla partenza, tutto questo per avere le classifiche pronte immediatamente, il sistema è molto comodo ed è possibile anche noleggiarlo, sarebbe bello provarlo anche da noi. Tornando alla gara vera e propria vi erano quaranta zone per giro, venti più semplici e venti più impegnative. Bellissimo trasferimento sotto un caldo sole e con il mare che si stagliava sullo sfondo, belle mulattiere che hanno messo alla frusta sia moto che piloti, zone adatte per tutte le capacità, basta chiedere ad un certo Albert Cabestany alla guida di una specialissima Fantic 240 che non ha di certo girato a zero.. Tutto bellissimo? Non proprio, in quanto quest’anno alcune zone erano un poco pericolose ed altre troppo banali tracciate solo per giustificare un lungo e faticoso trasferimento. Per esempio dove appena entrati ci si trovava due massi tra i quali non si riusciva a passare e chi tentava lo zero lo faceva a rischio di carter motore e pedane, dato il terreno non vi sono torrenti con acqua o zone scivolose come siamo abituati dalle nostre parti, tanto è vero che l’anno passato correndo sotto la pioggia battente mi sono divertito di più. Ma il trialista puro deve accettare terreni e tracciature non corrispondenti alle proprie capacità senza lamentarsi inutilmente e rispettando il lavoro svolto da altri solo per il nostro divertimento. Pertanto ora terminata anche questa stagione di gare ci si rimette al’opera per riparare e preparare i nostri “ferri vecchi” per la prossima che sarà sicuramente un’annata bella e divertente come quella appena terminata. Così nell’augurare a tutti Buone Feste e Buon Anno Nuovo mi piacerebbe sentire il vostro parere su questo fenomenale consenso che riscuotono queste gare all’estero tralasciando il trito e ritrito stop e no-stop preso spesso usato come scusa in questo periodo nero che sta attraversando il Trial, dato che nei campionati d’epoca tale problema non c’è visto che difficilmente vi sono ostacoli per i quali necessiti una fermata o uno spostamento, ma al massimo qualche elegante “volèe” o qualche altro virtuosismo di guida. O forse è tutto qui il segreto di tale successo?
Luciano Molteni